sexta-feira, 31 de dezembro de 2010
VERTICALIDADE REBELDE - Sergio Davanzo -
Superficies rochosas instáveis
Quantos cristãos me terão visto nú?
Baixo o olhar sobre o medo
E espero clientes
Com a dor da derrota
Sou açucar num mundo de diabeticos.
Aos amigos... ofereço postais
Mas quando falo de luta
É nas tuas mãos que penso
Da solidão do convés principal
Das corridas de cavalos sabotadas
A um leilão de um circo falido
Aperto mãos de flanela macia
Que me acariciam o rosto.
Plumas de Ganso como guardas
Cravam-se nas minhas veis
E obrigam-me a viver
Com o vácuo nos ossos.
Atenção! Não vos aproximeis!
A embarcação é muito estreita
E eu estou a fazer o inventário da minha mercadoria.
Rebenta o talento num palavreado
Sem que o deixe enaltecer
Agarrando só lixo
Abandonando por estrada os feridos
Incertos em direcção ao horizonte
Queimando lentamente os fantasmas.
Quando te olho
Perdoo o meu passado.
Me sussurra o teu olhar
Me demonstra o teu sorriso.
Econimizarei a minha piedade
Grande como um punho
E o gume das facas
E cliente satisfeito
Terminarei como o açucar
No fundo da caneca.
Num lugar qualquer
Poderás observar
Como torre em frente ao mar
Colocada num céu de inverno
Os tapetes da minha mercadoria exposta
Que justifica o meu ofício.
(tradução de Nina de Luna)
Rebel Verticality
The road splits in two
Instable rocky surfaces
How many Christians have seen me naked?
I look down to fear
And wait for customers
With the pain of defeat
I'm sugar in a world of diabetics.
Offering postcards to friends
But when I talk about fight
I’m thinking of your flanks.
In the solitude of the main bridge
And in sabotaged horse races
To an auction of a bankrupt circus
I shake hands of soft flannel
That caresses my face.
Goose feathers as cops
Sticking into my veins
And forcing me to live
With the vacuum in bones
Attention!
Do not approach!
The boat is too narrow
And I'm making the inventory of my goods.
Stirs it up the talent in a rambling
Without let it praise
Grabbing just garbage
Leaving on the street the wounded
Unsure walking to the horizon
Burning slowly the ghosts
When I look at you
I forgive my past.
Whisper it to me your eyes
Shows it to me your smile
I will economize my compassion
Big as a fist
And the knife-edges
And satisfied customer
I will end like sugar
On the bottom of the cup
SomewhereYou will see
As a tower in front of the sea
Stucked in a winter sky
The carpets of my exposed goods
That justifies my profession
(Translation of Nina de Luna)
Verticalità Ribelle
La strada taglia in due
Superfici di sassi malferme
Quanti cristiani mi hanno visto nudo?
Abbasso lo sguardo alla paura
Ed aspetto clienti
Con il dolore della sconfitta
Io zucchero in un mondo di diabetici.
Offro cartoline agli amici
Ma quando parlo di lotta
Penso ai tuoi fianchi.
Nella solitudine del ponte di coperta
E nelle corse di cavalli truccate
All’asta di un circo fallito
Stringo mani di morbida flanella
Che mi accarezzano il viso.
Piume d’oca come sbirri
Si conficcano nelle mie vene
E mi costringono a vivere
Con il vuoto nella ossa.
Attenti non avvicinatevi!
L’imbarcazione è troppo stretta
Ed io Sto inventariando la mia merce.
Scatenare il talento in uno sproloquio
Senza lasciarlo decantare
Afferrando solo spazzatura
Abbandonando per strada i feriti
Incerti verso l’orizzonte
Arrostire lentamente i fantasmi.
Quando ti guardo
perdono il mio passato.
Me lo sussurra il tuo sguardo
lo dimostra il tuo sorriso.
Economizzerò la mia pietà
grande come un pugno
ed il filo dei coltelli
e compiaciuto cliente
finirò come lo zucchero
sul fondo del boccale.
In qualche posto
osserverai
come torre davanti al mare
conficcata in un cielo d'inverno
i tappeti della mia mercanzia esposta
che giustifica il mio mestiere.
sexta-feira, 21 de maio de 2010
quinta-feira, 20 de maio de 2010
autosacramental IV
segunda-feira, 10 de maio de 2010
" In / ES presso : Un Ascolto Perfetto " commento di Maria Sole Politti

Miranda : “Mi ami?”(W.Shakespeare, La tempesta, III, i, 67)
In/ES presso: in un’esplosione dirompente di energia Sergio Davanzo definisce la struttura di un proprio originale codice espressivo per sentimenti ed emozioni.
In/ES presso, il nuovo evento/esposizione di Sergio Davanzo, deve il proprio nome ad un’intersezione di suggestioni e messaggi, relativi al sentire emotivo in generale ed al sentire amoroso nello specifico, e al loro essere connessi con l’atto sociale/socializzante di prendere un caffè. Espresso. Non a caso la prima tappa del percorso espositivo è proprio un bar, il Sei Come Sei, in Corso del Popolo a Monfalcone, dove una selezione dei quadri di In/ES presso rimarrà dal 15 maggio al 21 luglio, per poi spostarsi a Forte dei Marmi, in occasione dell’iniziativa artistica Proponendo, dal 19 al 23 agosto 2010.
Ad ispirare il pittore stavolta una riflessione sulle fasi comunicative delle proprie emozioni. In particolare è il processo di esternazione del sentimento per eccellenza, l’amore, a rivestire il ruolo principe, a partire da alcuni concetti espresso da Roland Barthes nei suoi Frammenti di un discorso amoroso, da cui molti dei lavori prendono ispirazione e titolo. La volontà è quella di dar nuova voce, trent’anni dopo la stesura del noto testo del pensatore francese, a ciò che nell’innamorato vi è “d’inattuale, vale a dire di intrattabile”. Parlare l’amore, dipingere l’amore oggi è infrangere un tabù intellettuale, poiché si rischia di scadere inevitabilmente nella banalizzazione del sentire. Persiste dunque di fatto il bisogno di immediatezza espressiva che induce a “simulare”l’amore, anziché descriverlo, fornendone un quadro strutturale più che psicologico.
La prima sezione del percorso si occupa della fase iniziale, ancora oscura, del processo dell’innamoramento, e, servendosi di una gamma cromatica circoscritta a tre nuclei di base (rosso, nero e metallo) sviluppa in pezzi come “La figura dell’attesa”, “L’ultima solitudine” “Visone: l’innocenza del dolore” una inquietante consapevolezza dell’imminente mutamento strutturale dell’apparato affettivo del soggetto amante, senza tralasciare il tormento che ne deriva. Siamo qui nella fase definibile “IN”, ancora racchiusa nel pensiero indefinito e turbativo. E’ ancora inquietudine.
Segue la fase meno buia della presa di coscienza di ciò che è l’oggetto d’amore, graduale, contrassegnata dalla crescente presenza di nuove tonalità naturali e calde, moka, volte irrimediabilmente all’area semantica del caffè, mentre il metallo passa dall’argento all’oro. Intervengono gusto e fragranza a stimolare i sensi a partire da pezzi come “Sogni incerti” e “Segni incerti” fino ad arrivare a “Un ascolto perfetto” e “Vie d’uscita”. INquietudine ed INcertezza vengono via via superate, ed inizia la fase di ESternazione.
La terza ed ultima fase del percorso vede una sentimento in piena esplosione. Passione, carnalità, affrancate da dubbi e sensi di colpa, emergono da fondi di buio. Rosso ed oro testimoniano con forza l’irreversibilità della compromissione, e la seduzione trova finalmente, ESpressamente coronamento. I pezzi coinvolti sono “Irreversibile”, “Reattivo”, i quattro elementi di “Sedotto”, accanto a “Carnale” e “Compromesso”.
Il percorso è totalmente astratto. Tutte le tele presentano una base di acrilico, sulla quale si innestano episodicamente elementi sintetici o pigmenti naturali. Davanzo in questa serie usa il colore con forza e parsimonia, affidandogli una forte carica connotativa ed ampliando la gamma cromatica solo nella necessità di arricchire la valenza simbolica e contenutistica del concetto su cui lavora. Pennellate decise e leggermente diluite individuano l’ambito d’azione, su cui si sovrappone un dripping misurato, calibrato eppure esplosivo, che spesso declina in casi diversi le varianti più significative dello stesso leit motiv. Un’action painting di natura inedita per l’autore, ponderata quanto raffinata, che sottolinea come gocciolamenti ed effetti vadano cercati anche sotto la superficie, a rivelare nuovi, sapienti effetti di luce.
Maria Sole Politti
quinta-feira, 29 de abril de 2010
esquerdino
domingo, 7 de março de 2010
Filosofia Barata
O meu avô nasceu no dia vinte e quatro
de Dezembro, véspera de natal. Nesta noite
celebraria noventa e cinco anos. Nesta noite
receberia presentes e cumprimentos.
O meu avô já morreu, numa cama de hospital
amarrado porque queria soltar-se, a expectoração
cumulada presa na garganta até deixar
de conseguir respirar
Visitei-o um par de vezes; colocaram-no num quarto
em cuja cama ao lado morria um senhor de noventa e seis-
vítima de AVC.
Voltei ao hospital quando já só restava o meu avô em corpo
vestido de fato e gravata e base lustrando-lhe as faces.
O meu avô conseguiu o impossível: reunir quase toda a
minha família no mesmo lugar. Falei com primos e primas
e tios e tias de circunstância
Como vão as coisas?. Perguntavam.
Vão bem. Respondia.
E tu ali quedo e mudo sem ninguém te perguntar nada,
sem te estenderem um cumprimento, como se fosses apenas
um corpo bem vestido e barbeado, o cabelo ralo
penteado com risca ao lado como gostavas, como se fosses
um fantasma como se estivesses morto
Foi por ti que visitei pela primeira e até agora única vez
um cemitério o cemitério onde o teu corpo bem vestido
e barbeado, o cabelo ralo penteado com risca ao lado
como gostavas, foi levado a cremar pois nunca acreditaste
no encanto e no ludíbrio desse bem-falante
vendedor de banha da cobra a que chamam alma.
Desculpa, o gato sentou-se em cima do teclado exigindo
atenção; não é meu, pertence à minha namorada,
a minha nova namorada que tu não conheceste,
adorá-la-ias, é um sonho de mulher e
é disso que tenho medo- dos sonhos.
Como te dizia, foi por ti que conheci a morada dos defuntos,
que enfrentei o asfixiante medo infundado que lhe tinha,
quando o teu corpo foi queimado, lembro-me como tivesse
sido hoje, que não havia cantares de pássaros nas redondezas,
não havia risos, só a estatuária solene e calada dos definitivos.
Parecia que naquela tarde o tempo tinha reduzido sua velocidade
estonteante, travado suavemente para testemunhar ver-nos a
ver-te cumprir o ditado das cinzas
Tu que não davas uma boa metáfora memorialística
para um poema, pois sempre te esforçaste para não
ser alguém; que eras comunista militante do mau vinho
da timidez doentia e de um banho semanal - porque no teu
tempo era assim.
Tu que a única coisa que tinhas de revolucionário era o teu
rosto que alguém, a expensas de umas sobrancelhas farfalhudas,
confundia com o rosto do Álvaro Cunhal
Tu que não foste um dos milhares de judeus salvos do holocausto
por Aristides de Sousa Mendes, “ o Schindler português”.
Que não escreveste cartas de amor salvíficas enquanto combatias
Na segunda das grandes guerras.
Que não empunhaste ao alto as flores de Abril
nem davas uma fotografia bonita
na secção de óbitos do jornal.
Tu, avô,que não lias nem escrevias,
que discursavas engasgado pela falta de vocabulário,
que nenhuma mulher na rua repararia duas vezes, que arrastavas
pelas calçadas tua feira cabisbaixa mijada calças abaixo,
com os cordões desatados dos sapatos cambaleantes,
quase a tropeçar. Que passaste pela filha da puta da vida
como um figurante temente não sei a quê
sobre o qual já desfilou a ficha técnica
da fita.
Naquele cemitério, no teu cemitério
ensinaste-me uma coisa muito simples, que anos ignorei
como filosofia barata
Não temas os mortos.
Assombram-nos muito mais os vivos.
Que a terra te seja leve, meu neto, dependerá da chuva.
Bruno Sousa Villar
quarta-feira, 3 de março de 2010
de autosacramentales. - gabriela piccini -
a su provincia…
II
(colosalmente
un cuerpo se derrama
sobre la cuenca del día
la costumbre afligida
cansado el canto
de golpear entre las hojas)
así como se va desangrando un día cualquiera
una ciudad sin nombre
o cualquier casa sin sus límites marcados
se desangra el tiempo
entre la risa y la desesperación
segunda-feira, 1 de março de 2010
"Lahina Maui - The Wale's sing"

The light dripping technique evokes in this painting an inconsistent water-like effect, which, together with a strong dynamic tension, seems to recall the restlessness of a grey scream. Remote hints to figurativeness characterise the painting, giving it the faculty of generating an anxiety, contaminating on the whole its vibrating message. This effect comes from the denial of what was definite and black, and is now covered with cracks and highly polluting marks of white and grey. How long, one would wonder, shall whales sing?
(Maria Sole Politti)
domingo, 14 de fevereiro de 2010
San Valentino? No Grazie!
Nemmeno dove andrai
Importante è che tu sia arrivata.
La strada taglia in due
Superfici di sassi malferme
La ricchezza è la cosa peggiore
Per un povero.
La materia scura
Non è un campo semantico ignoto
L’universo è instabile
Perché non dovrei esserlo anch’io?
Il marinaio ama in ogni porto
Il camionista ad ogni incrocio
Il pittore in ogni tela
Il poeta in ogni verso
Quanti cristiani mi hanno visto nudo?
Abbasso lo sguardo alla paura
Ed aspetto clienti
Con il dolore della sconfitta
Io zucchero in un mondo di diabetici.
Offro cartoline agli amici
Ma quando parlo di lotta
Penso ai tuoi fianchi.
Nella solitudine del ponte di coperta
E nelle corse di cavalli truccate
All’asta di un circo fallito
Stringo mani di morbida flanella
Che mi accarezzano il viso.
Piume d’oca come sbirri
Mi tagliano le vene
E mi costringono a vivere
Con il vuoto nella ossa.
Attenti non avvicinatevi!
L’imbarcazione è troppo stretta
Ed io
Sto inventariando la mia merce.
Scatenare il talento in uno sproloquio
Senza lasciarlo decantare
Afferrando solo spazzatura
Abbandonando per strada i feriti
Incerti verso l’orizzonte
Arrostire lentamente i fantasmi.
sábado, 13 de fevereiro de 2010
Un Momento Qualunque
perdono il mio passato.
Me lo sussurra
il tuo sguardo,
lo indica il tuo sorriso.
Economizzerò la mia pietà
grande come un pugno
ed il filo dei coltelli
e compiaciuto cliente
finirò come lo zucchero
sul fondo del boccale.
In qualche posto osserverai
come torre davanti al mare
conficata in un cielo d'inverno
i tappeti della mia mercanzia esposta
che giustifica il mio mestiere.
Qual'è il prezzo giusto
per questa serie di ami?
Una moneta per l'acqua bollente?
due per lo zucchero?
Di legno e mare profuma l'aria
fra sospiri, impeti e sconfitte
con suoni duri come scogli
rispondi
e fioca fiammella il mio corpo
raccoglie.
Riempio i polmoni di solitudine
e di ridicola idea cristiana
d'inferno che falcia il ghiaccio.
Io sono riservato al vento
ma i miei occhi radicano
nelle crepe,
come seme migrante,
con la verticalità più ribelle.
quinta-feira, 11 de fevereiro de 2010
O cobre das pombas
comia a gordura rápida
do alto planeta inteiro
uma calculadora praguejava
seus salários que não davam conta
na mesma sombra
onde passarinhos de capuz
limpam um jardim antigo
cavadores se fantasiam
e correm tubos de uma névoa grossa
sob o chão macio
guardas e xamãs
brigam por tabaco
e seus olhos pintados
não veem o ninho de cobre
onde a videira canta seu mantra
pombas marcham sobre a grama
e os piolhos das penas
alimentam o terreno
eles são à prova de seus planos
e fazem desse barro branco
o palanque para seu silêncio
[03/02/2010, jardim da Casa de Rui Barbosa | Rio de Janeiro]
quarta-feira, 6 de janeiro de 2010
Inexpresable amor *
En el nombre del Hombre abrís los ojos
La bestia alada de tu ala intacta
Una víscera sobre otra víscera
tu boca
la ensenada
Mar de la marea
vela y savia de la sed del árbol te respiro.
Mi lengua en tus cuatro sienes
Mis sienes en la almohada
Ola pie mantra esperma
Suena una llaga
dentro de otra llaga estanca
El sueño dice
de la morada maña
en tus brazos de hombre que me abarca.
La forma de tu mano
El caballero sin sus armas
La voz del día
El limonero que brota el viento
en dos palabras
La fuente del desorden
la comparsa
Atajo y sierpe
en el amparo de tu lengua
Estancia
* Roland Barthes